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Il Distretto della Felicità | Intervista a Luca Piscaglia

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Ci troviamo nuovamente a San Mauro Pascoli, ma questa volta siamo da Luca Piscaglia, consulente del lavoro e titolare dello Studio Piscaglia

 

Il suo motto è “Valore al lavoro, valore alle persone“ in quello che lui concepisce un nuovo modo di fare consulenza del lavoro e gestione delle risorse umane.

 

Siamo venuti a trovarlo su indicazione del Sindaco del paese di Giovanni Pascoli che qualche settimana fa ci ha raccontato di questo “Distretto della Felicità” che aumenta la qualità della vita dei cittadini di questo bel borgo dell’entroterra

 

Tutti gli esseri umani vogliono essere felici; peraltro, per poter raggiungere una tale condizione, bisogna cominciare col capire che cosa si intende per felicità.

 

Jean-Jacques Rousseau

Come diventare social media manager

 

  1. Luca, che cos’è la felicità per te?

 

Per me la felicità è un sentire personale: ogni età e ogni contesto ha la sua felicità.

Da un punto di vista economico è stata declinata nei rapporti intrinseci tra le persone (di natura familiare, sociale, sportiva, culturale e di vario genere). Ovviamente in una società come la nostra oggi questi rapporti sono molto residuali. Viviamo in una società consumistica che ci porta a vivere rapporti di natura estrinseca: “Io sono perché ho”

 

La prima pietra per vivere la felicità a mio avviso sono i rapporti di natura intrinseca.

 

  1. Com’è nato questo progetto “Distretto della Felicità”?

Beh, ho pensato che se libero del tempo di qualità alle famiglie riesco ad aiutarle  a costruire rapporti di natura intrinseca, per aumentarne come dicevo sopra, la felicità. Vi faccio un esempio concreto: se io l’orario di lavoro che ad oggi vediamo sempre strutturato in orari di 8-12, 14-18, lo riduco a un tempo di occupazione ristretto, con attività e servizi di natura sociale, libero del tempo di qualità. Ad esempio una madre alle 16:30 può andare a prendere il suo bimbo a scuola, vivendo con lui quel rapporto intrinseco che citavo sopra.

Come dice anche il noto prof. Zamagni mi piace parlare di “armonizzazione” dei tempi di lavoro e non di “conciliazione” come spesso siamo abituati a sentire. Il secondo termine, conciliazione, nasce da due conflitti ai quali occorre individuare una mediazione. Armonizzare invece significa garantire un concetto positivo della cosa, mettendo insieme due esigenze in maniera positiva.

Mi lego anche alla domanda di prima per dirvi che nel 2013 avevo notato che una parte delle aziende di grandi dimensioni avevano integrato all’interno della loro forza lavoro una percentuale altissima di extracomunitari, interrompendo quella catena di trasferimento del sapere che caratterizzava il nostro distretto calzaturiero di S.Mauro Pascoli.

 

Un distretto dove il nonno ha insegnato al babbo, il babbo ha insegnato al figlio e il figlio al nipote, trasferendo competenze altissime. E’ appurato che l’extracomunitario dopo 10 anni in Italia torna a casa interrompendo quel trasferimento del sapere. Se restassero qui io sarei la persona più felice del mondo, ma purtroppo non è così. L’80% dei nordafricani torna a casa dopo 10 anni. Mi è quindi sorta la domanda: “dove sono i giovani e le persone del territorio?”. Da consulente di grandi aziende come Conad o multinazionali avicole mi sono chiesto perché lì ci fosse sempre una richiesta in crescita e non in calo, come nel calzaturiero. La risposta è negli orari di lavoro, oggi fondamentali per la nuova generazione. Le aree operative (Fare sul serio)

 

  1. Sta cambiando la vita dei cittadini sanmauresi?

 

Nel comprensorio in totale sono 1003 lavoratori che stanno beneficiando di questo progetto. Ci piacerebbe portare da noi la filosofia scandinava portando i cittadini sanmauresi a smettere di lavorare alle 16:30

 

  1. Vi siete ispirati a qualche modello italiano ed europeo?

 

Il nostro è un modello scandinavo romagnolizzato dove cerchiamo di adeguare tutti i servizi sociali che ci stanno dietro, in collaborazione con le amministrazioni banche, cooperative, Ausl e così via. Tutti si dovranno allineare a questo nuovo modello

 

Il modello è appunto il seguente: alle 7 e 30 la mamma esce di casa, alle 16:30 – 17 va a prendere il suo bambino a scuola, dove lo ha portato. Come? La mia idea è quella intanto di fare mense interaziendali, per dare la possibilità di riuscire con una pausa di 45 minuti a soddisfare le esigenze con prezzi modesti e dando inoltre la possibilità di ricongiunzione familiare, facendo partecipare la famiglia a questo momento di pausa. La distribuzione dei pasti vorrei venisse fatta fare ai disabili, tramite le cooperative sociali dando anche un aspetto etico al progetto.

Dalle 13, all’interno delle strutture scolastiche che sono vuote nel pomeriggio, vogliamo portare dei servizi gestiti da cooperative di giovani. Un’ altro aspetto importante saranno le società sportive: dovranno cambiare gli orari degli allenamenti andando a prendere i bambini e riportandoli sempre lì, a scuola. Così  quando la mamma va a prendere il bambino alle 17  avrà quasi completato tutte le attività della giornata, restituendo come dicevo all’inizio, alla famiglia quei i rapporti intriseci.

Questo per me è vero welfare.

Ci stanno chiamando da molte realtà per raccontare il Distretto della Felicità, ad esempio Trento, cioè da chi in Italia è il numero uno su questo. Anche alla Bocconi ci hanno chiamato per raccontare questa esperienza virtuosa. Ritengo che la promozione sia importante

A questo stiamo legando anche degli studi universitari quale riscontro scientifico di quello che stiamo facendo, in modo che il modello possa essere esportabile. Ci hanno chiesto di portarlo anche in Cina, dove lo stato vuole ripopolare centri più piccoli e campagne, creando ottimi modelli sociali che vadano ad incidere sulla qualità della vita delle persone.

 L’entusiasmo e la tenacia di Luca ci hanno trascinato tantissimo. Ci auspichiamo che tante persone facciano come lui, mettendo al servizio della propria comunità la propria competenza contribuendo così a migliorare la società in cui viviamo.

Oltre a fargli i complimenti per il modello di welfare che sta andando a creare con il Distretto della Felicità, ci auguriamo saranno tanti gli imprenditori, amministratori, scuole, cooperative del territorio che aderiranno a questa grandiosa iniziativa.

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