Marketing territoriale in Italia: saper valorizzare un territorio
Leggevo in un articolo che in Italia manca completamente una strategia di Marketing territoriale volto alla valorizzazione del territorio. Il nostro paese è in possesso di un cospicuo patrimonio artistico culturale, è stato la culla del Rinascimento nel XV-XVI secolo, dando vita ad artisti del calibro di Michelangelo, Raffaello e Leonardo.
Eppure, riusciamo solo a prendere spunto da strategie di marketing territoriale applicato da altri paesi o semplicemente c i adattiamo a quello imposto dalla Comunità Europea. Purtroppo il sapersi adattare non sempre può bastare, ogni paese deve sapersi raccontare, comunicando la sua storia, i suoi linguaggi, insomma deve saper trovare il suo “stile”.
Se, ad esempio, alcune delle città d’arte più famose d’Italia si trovassero in Giappone, i giapponesi saprebbero sicuramente sfruttarle meglio, creando un business di successo ed efficace. Ho fatto l’esempio dei giapponesi perché si sa, sono uno dei popoli più geniali e innovativi del nostro pianeta, ma esistono paesi in cui, pur essendo “poveri” dal punto di vista turistico, sono riusciti comunque ad adottare strategie di marketing territoriale molto valide, attirando milioni di turisti ogni anno.
Irlanda e Italia: alcuni esempi di successo…
Mi sembra interessante presentare alcuni esempi come la Rocca di Cashel o il Castello di Blarney, due siti archeologici irlandesi dove, nonostante ci sia poco da visitare, hanno saputo riscattarsi con la bellezza della rocca e del paesaggio circostante l’uno, decisamente scenografici e perciò interessanti soprattutto per i cultori della fotografia, e la presenza della leggendaria “Blarney Stone” ovvero la Pietra dell’Eloquenza, l’altro.
Praticamente sono stati in grado di creare una buona strategia di marketing territoriale incentivando ciò che hanno a disposizione.
Un esempio felice di marketing territoriale in Italia è presente anche in Toscana, più precisamente nel comune di Chiusdino in provincia di Siena. L’Abbazia di San Galgano, in rovina e composta da sole mura, è in grado di attirare un notevole flusso turistico grazie alla presenza della “Spada nella Roccia”, conficcata nella pietra dal Santo stesso con lo scopo di trasformare l’arma in una croce. Ovviamente l’analogia del mito arturiano ha richiamato una certa curiosità su qualche possibile relazione tra la leggendaria Tavola Rotonda e la storia del Santo. …e altri meno
Il Castello degli Agolanti di Riccione, invece, può essere un chiaro esempio di come una struttura, edificata nella prima metà del XIV secolo e restaurata non molto tempo fa, non venga, a mio parere, sfruttata come potrebbe. Il castello si trova in cima alla collina riccionese, da cui si può godere di un’ottima vista sulla riviera, ed è circondato da un parco.
Nella seconda metà del XVII secolo, ospitò anche la regina Cristina di Svezia durante le sue peregrinazioni verso Roma, figura molto importante nel panorama culturale italiano seicentesco. A lei si deve l’istituzione dell’Accademia dell’Arcadia, con sede a Roma, e fu collezionista di molti disegni e opere d’arte. La sua collezione di disegni si trova oggi al Museo di Teyler di Haarlem e potrebbe essere un’idea incentivare il marketing territoriale, sfruttando gli spazi messi a disposizione dal castello, organizzando una mostra in onore della regina (tenendo conto dei permessi da parte del museo di Haarlem).
Riccione, purtroppo, non è di per sé città d’arte come Rimini, ma se sapesse creare questo connubio tra spiaggia e cultura artistica, sarebbe un valore aggiunto a quella che viene considerata la Perla dell’Adriatico.
Per approfondire, sono interessanti anche gli articoli sul Web Marketing turistico a Rimini e il Marketing Territoriale a Rimini.
