Ci troviamo a San Giovanni in Marignano, nella zona più nascosta del paese.
Qui, tra cespugli e campi da golf, sorge Buca18: un piccolo ristorante a conduzione familiare con una storia che ha dell’ incredibile.
Tre fratelli, tre generazioni differenti, tre persone che hanno cambiato la loro vita e il loro destino.
In principio, l’idea di lasciare il lavoro per riporre il futuro in un luogo abbandonato e dismesso, non ha di certo incoraggiato questa giovane famiglia che, tuttavia, ha avuto la forza di chiudere gli occhi e dar vita ad un unico, grande sogno. Tanto è bastato per firmare e iniziare l’avventura del restauro completo. Quaranta giorni e quaranta notti di sudore e speranze, mentre Selenia cominciava a dedicarsi allo studio, alla pratica e ai numerosi corsi per costruire il cuore pulsante di tutto il progetto: la cucina.
“Io trasmetto tutto nei miei piatti, Melania nella cordialità e nella gestione del tutto e Giammichele è stato ed è il fulcro di tante cose. Le nostre idee, insieme, hanno creato qualcosa di unico, qualcosa che noi chiamiamo casa; difatti qui non ci vieni per caso, qui vieni per noi, per venirci a trovare”.
Il sogno di un padre che si è poi concretizzato attraverso il lavoro e la collaborazione di tutti. Un ingranaggio naturalmente perfetto, ognuno sembra nato per il proprio compito, ognuno sa bene cosa può offrire al locale e soprattutto agli ospiti.
Fautori di una nuova tipologia di cucina, il KM0 Nazionale: un concetto moderno che prevede l’acquisto esclusivo di prodotti di stagione a KM0, sfruttando al meglio sia le capacità tecnologiche che le tempistiche del momento e andando a selezionare soltanto i migliori prodotti italiani.
Si eliminano dunque i prodotti non stagionali o di importazione e si delinea un menù più essenziale ma ben curato nei dettagli e, soprattutto, estremamente fantasioso. Tra le novità della cucina targata Buca 18 anche una serata all’insegna di un Vegan dal sapore retrò, fatto dei soli prodotti dell’orto senza surrogati e comprati.
Una cucina basata sullo studio, sulla costante ricerca del metodo e sulla creazione di pietanze sempre nuove pur non perdendo mai di vista l’obiettivo primario: piatti dal sapore autentico. Il ristorante ha infatti un massimo di 30 coperti. “Preferiamo soddisfarne al meglio 10 persone che servirne 65 e farne uscire qualcuno scontento”, ci racconta Melania, la più grande dei tre fratelli ed anche colei che coordina e dirige la parte amministrativa e commerciale dell’attività. Selenia invece, la chef, si lascia sfuggire una confidenza: “A volte mi stupisco anch’io delle cose che creo e quando parlo con le persone e, guardandole negli occhi, capisco davvero che sono state bene, provo la sensazione più bella del mondo. Porterò sempre nel cuore le parole di un cliente che mi definì talentuosa, non soltanto brava. Se ci penso, ancora oggi, mi sento così felice”!
Nonostante la mentalità del borgo di provincia abbia sollevato qualche dubbio circa i prezzi e altre particolarità della Buca18, Melania ci dice:
“Clienti, fornitori, esterni… tutti hanno qualcosa da lasciarti e noi ascoltiamo prendendo atto di tutto, dai pregiudizi ai complimenti. Dal nostro canto, non manca mai un benvenuto, un grazie o una stretta di mano. Io non sto mai a testa bassa sulla cassa anzi, tratto tutti come vorrei che trattassero me! La stessa cosa fa anche Selenia: non c’è una sera in cui non esca dalla cucina per chiedere se tutto è andato bene. Il contatto umano per noi è il vero collante per andare avanti”!
Una piccola buca che ha trovato nella passione, nel sacrificio e nel calore familiare, la soddisfazione che merita.
