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Riviera in crisi o in ripresa? I primi dati del 2018

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Riviera in crisi o in ripresa?

Il primo dato sul primo semestre del 2018 è positivo: a livello regionale infatti l’incremento delle presenze, arrivate a 19 milioni in tutta l’Emilia Romagna, è stato del 6,9% rispetto alla prima metà del 2017. Gli arrivi si assestano a 5,8 milioni, con un incremento del 8% rispetto all’anno precedente. 

Ma sono dati omogenei o siamo “con la testa  nel forno e i piedi nel congelatore”, come nell’analogia di Bukowski?

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Ci vengono in aiuto altre statistiche, stilate tenendo conto delle diverse Unioni di Prodotto della regione. Le Unioni di Prodotto sono aggregazioni di soggetti istituzionali pubblici (ad esempio Enti locali e Camere di Commercio) e di soggetti privati (in particolare aggregazioni di imprese) che si interessano e collaborano per lo sviluppo e l’offerta dei quattro grandi comparti turistici dell’Emilia-Romagna: la Costa adriatica, le Terme, l’Appennino, le Città d’Arte-Cultura-Affari. Ed è confrontando quindi i dati della Riviera con quelli delle altre tre unioni che si vedono forti differenze.

 

Intendiamoci: non emerge un ritratto di Riviera in crisi! Qui il primo semestre del 2018 ha visto una crescita sia in termini di arrivi, con un più 4,5%, sia di presenze, cresciute del 4,3%. In totale, le presenze sono state 11.859.000, mentre gli arrivi 2.758.000.

 

A livello di numeri assoluti, la Riviera continua ad attirare la maggior parte dei turisti: quasi 12 milioni di presenze contro meno di 4 milioni per le città d’arte, neppure 700.000 per gli appennini e poco più di 500.000 per le terme. La permanenza media più alta è quella degli Appennini, con 4,40 giorni, ma la Riviera segue a ruota con 4,29 giorni, mentre per città d’arte e termali si assesta sotto i 2,5 giorni.

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Eppure, nelle altre unioni di prodotto la crescita è stata decisamente più alta: le città d’arte hanno registrato un aumento degli arrivi del 12% circa, e delle presenze del 10% (quasi tre volte quelle della costa). Il comparto Appennino ha visto aumentare gli arrivi del 5,4%, le presenze del 10%. Meglio ancora le Terme, dove gli incrementi sono stati il 19,3% per gli arrivi e 7,9% delle presenze. L’aeroporto Marconi di Bologna è descritto nello studio “tra i protagonisti della straordinaria performance turistica internazionale della regio

 

Il futuro non abita più qui

Bene ma non benissimo; ma neppure male. La Riviera in crisi quindi è solo un brutto ricordo?

 

…Dal nostro piccolo osservatorio sulla Riviera, dove collaboriamo con numerose strutture ricettive, si ha l’impressione di trovarsi in un contesto del tutto diverso.  Ciò che abbiamo visto (ed è un dato puramente empirico e legato a una rosa ristretta di strutture, ma concreto) è una flessione negli arrivi e nelle presenze, specialmente da aprile a giugno: poche richieste, prenotazioni relegate a weekend di un paio di notti al massimo, occupazione a volte al di sotto del 30%. Casi che raccontano una crescita ormai 3 o 4 volte più lenta di località che hanno attrattive turistiche diverse, e che seppur con numeri assoluti molto più bassi stanno conoscendo un boom.

 

Cosa c’è dietro questa decrescita – decisamente poco felice?

 

Innanzitutto, si può osservare che a crescere di più sono le destinazioni che non offrono un turismo di massa, ma quelle che promettono esperienze uniche e speciali, come può essere un weekend in una città d’arte o un soggiorno in una località termale. In queste località la ricettività è per lo più extralberghiera: campeggi, agriturismi, b&b o locande. L’offerta di posti letto è ancora bassa e quindi c’è la possibilità, la spinta e l’opportunità di compiere investimenti importanti per migliorare l’offerta. Viceversa, sulla Riviera c’è una sovrabbondanza di posti letto, spesso in strutture che non hanno le potenzialità e neppure la convenienza a ristrutturare, proprio perché il numero di presenze turistiche non giustificano la spesa.

 

È cresciuta esponenzialmente la visibilità di attività turistiche legate al territorio e all’entroterra: un esempio su tutti, l’apertura di FiCo, il più grande parco del cibo al mondo, recensito anche da Lonely Planet tra i primi posti nella sua classifica “Best of Europe”. L’enogastronomia è uno dei settori più interessanti nelle motivazioni di viaggio dei turisti domestici e stranieri; ma l’offerta turistica della Riviera rimane legata quasi esclusivamente al turismo balneare vecchio stampo.

 

I dati della regione ribadiscono una volta di più che è ormai tramontato il tempo del turismo “stessa spiaggia, stesso mare”. Questo mercato, dopo una lunga crescita, è arrivato al suo apice e ormai da anni sta declinando; i presupposti per aprirne un altro ci sono già, tutto quel che forse ancora manca è l’intenzione.

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