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Un territorio da valorizzare: il Giardino delle Erbe di Casola Valsenio

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Un territorio da valorizzare: il Giardino delle Erbe di Casola Valsenio

 

Intervista a Sauro Biffi

[Tempo di lettura 5,20 min]

 

Consigli per la lettura: sistemarsi comodi in un posto preferito e tenere vicino un rametto di lavanda o un olio essenziale che sprigioni aromi buoni, da annusare tra una riga e l’altra per entrare in toto in questo percorso di sensi.

 

Il Giardino delle Erbe di Casola Valsenio è un esempio di eccellenza del nostro territorio da valorizzare, per cui vale la pena mettere in campo strategie efficaci per comunicare sul web. E’ un luogo incantato, che conquista subito per i colori e per i profumi inebrianti da Spa; arrivare qui dà già la sensazione di beatitudine che si sente entrando in un centro benessere.

Come promuovere la propria attività professionale sul web

A raccontarcelo, Sauro Biffi, responsabile e referente del Giardino delle erbe, esperto conoscitore di piante e memoria storica di Augusto Rinaldi Ceroni, l’agronomo che fondò il Giardino.

 

Cos’è il Giardino delle Erbe?

Il Giardino è una struttura pubblica con lo scopo principale di conservare le piante di interesse officinale, ma svolge anche attività di ricerca e sperimentazione con varie istituzioni e Università, coinvolte per la conservazione del patrimonio genetico.

Le piante coltivate qui sono per la maggiore piante comuni. Si tratta delle erbe che crescono spontaneamente un po’ ovunque: la gramigna, l’ortica, la salvia, il rosmarino, la calendula… ma che, contenendo preziosi principi attivi, hanno proprietà medicinali e officinali, utilizzate in fitoterapia, in erboristeria e anche in cosmetica. Il Giardino è di proprietà della Regione Emilia Romagna, la cui gestione è affidata al Parco della vena del Gesso Romagnolo.

 

Chi era Augusto Rinaldi Ceroni?

Era un agronomo e un insegnante della scuola di avviamento professionale a indirizzo agrario di Casola Valsenio. Nel 1938 iniziò questa sua sperimentazione, insegnando la cultura delle erbe officinali agli studenti. Era convinto che se non si insegna ai giovani, poi non si arriva nel tempo a ottenere il cambiamento.

Tra gli anni trenta e quaranta Casola era un centro di raccolta e di smistamento delle piante officinali; le erbe venivano lavorate, essiccate, setacciate, confezionate e vendute all’ingrosso ad altre ditte erboristiche in Italia. Da qui l’idea di passare dalla raccolta alla coltivazione.

Negli anni settanta il patrimonio colturale e culturale della scuola venne trasferito dove siamo adesso, dalla regione Emilia-Romagna al parco regionale, in un’ottica di risorsa del territorio da valorizzare.

La Divulgazione: fondamentale per la continuità

 

Un aspetto importante di questa struttura è la divulgazione: far conoscere le piante. Rinaldi Ceroni definiva il Giardino un libro aperto alla pagina della natura; le piante sono coltivate su terrazze e tutto il giardino rispetta quella che era l’impostazione dei vivai forestali.  Molte piante sono coltivate anche sulle scarpate, come un libro che si sfoglia. Su ogni pagina troviamo piante diverse, specie diverse con interessi diversi: dalle piante tipiche di uso domestico a quelle per uso cosmetico. Queste piante vengono propagate sia per essere trapiantate all’interno della struttura che per promuoverle e farle conoscere, quindi commercializzarle. Oggi si fa una piccola commercializzazione e quindi anche una piccola attività vivaistica, che fornisce piante agli appassionati, agli hobbisti e alle aziende agricole.

Come vi interfacciate con l’enologia e la gastronomia?

Siamo all’interno della strada dei vini e dei sapori; negli anni passati abbiamo fatto alcuni lavori di collaborazione anche legati all’enologia. Alcuni vini sono ancora oggi aromatizzati con il mirto o il coriandolo, ognuno conferisce un aroma particolare, anche se l’utilizzo più diffuso in enogastronomia resta l’aromatizzazione con le erbe in cucina. Negli anni ’50 fu proprio Giraldi Ceroni  a iniziare a parlare di cucina con le erbe, promuovendola in occasione della Festa degli Alberi.

Oggi è cambiata la cultura, il modo di pensare, di mangiare il cibo e anche di aromatizzarlo. Diventa sempre più importante conoscere il modo in cui vengono utilizzati gli estratti d’erbe. C’è tanto da conoscere, si lavora con tanti ricercatori, si fanno attività diverse… ma purtroppo i mezzi sono quelli che sono. Io lo chiamo il Giardino “la bella Cecilia”: interessa a tutti quanti, poi però quando è il momento di lavorarci e di finanziarlo anche solo in parte, perché non è autosufficiente, riceviamo solo un piccolo aiuto dalla regione, con grande difficoltà e con grande lotta. Il resto si deve ricavare dalla vendita, dall’attività didattica e divulgativa.

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Didattica per le scuole anche in notturna

 

I percorsi didattici partono dalla scuola materna, dai tre anni di età. Si lavora molto con i sensi, sia con i bambini piccoli che con gli adulti e qualche volta vengono organizzati anche percorsi notturni. Chi vuole può camminare a piedi scalzi, perché ci sono le condizioni perfette per sentire tanti profumi e avere tante sensazioni diverse. L’esperienza più suggestiva è lasciarsi guidare nel percorso ad occhi bendati, facendo leva solo su olfatto, udito, e tatto dei piedi sul terreno. La cosa più bella è vedere le espressioni di stupore della gente.

Un territorio da valorizzare: comunicare il Giardino

Oggi il mezzo più efficace per farci conoscere è sicuramente comunicare sul web, anche grazie a un sito web efficace, ma accade di ricevere copertura anche dalla carta stampata. Per alcune riviste di settore, come Gardenia, Giardini, Erboristeria domani, Tecniche nuove, siamo diventati un riferimento consolidato; quotidiani o testate più generaliste invece si accorgono di noi in modo estemporaneo.

Più spesso ci appoggiamo al Parco, al Comune e alla Proloco per la promozione. Le risorse sono minime, visto che oggigiorno calano i soldi e aumentano i costi; si sfrutta moltissimo il passaparola derivante dalle esperienze positive. Il Giardino ottiene visibilità attraverso alcuni eventi e alla risonanza che ottengono grazie alla comunicazione sul web e ai vari siti.

Uno dei nodi irrisolti è che il finanziamento della regione deve essere destinato esclusivamente a iniziative per l’Emilia Romagna. Ma la gente viene a trovarci dalla Svizzera, dall’Austria…Tanti dei turisti che arrivano in Romagna vengono in visita al Giardino.

 

Come per le piante, anche per le bellezze del nostro territorio da valorizzare basta guardare con un occhio diverso. Per cominciare a vedere le opportunità che solo una terra ricca di storia e di bellezze naturali sa offrire e iniziare (finalmente!) ad apprezzarle.

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