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Una giornata a Cotignola: Storia, Arte e Natura

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Una giornata a Cotignola:

Storia, Arte e Natura

Cotignola, nome curioso per un paesino nella Bassa Romagna a 9 chilometri da Faenza.
L’origine potrebbe derivare dalla tradizionale coltivazione di mele cotogne, diffusa nel territorio, ma non è per questo motivo che siamo spinti a visitare la città.
Questo centro ha dato i natali alla famiglia dei capitani di ventura più importante e potente del Rinascimento: gli Sforza, con il capostipite Muzio Attendolo. 

Delle preziose tracce di questo importantissimo patrimonio ne è rimasta solo una parte. D’altra parte però le restanti testimonianze furono letteralmente rase al suolo dai 22 bombardamenti della Seconda Guerra mondiale.

Ricostruzione e naturalizzazione caratterizzano oggi la veste urbanistica di una frizzante cittadina ammantata di Murales, boschi, acqua e Cultura. Pace e gusto … tra i Capitani di Ventura!

Eccoci nel verde entroterra ravennate, dove una longilinea torre in lontananza fa da introduzione alla nostra giornata a Cotignola.  Che architetture fantastiche le torri! Sono come segnalibri tra le pagine di un territorio scritto da una storia sempre pronta ad incuriosirci.

Lasciamo l’auto nell’ampio parcheggio gratuito in via San Francesco. Dall’altra parte della strada avviene il nostro primo incontro con la Statua di San Francesco e il Lupo, come a darci un indizio della giornata che andremo a vivere. Infatti l’uomo che incontra la natura e la cultura che si fonde con il paesaggio.

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La statua si trova immersa nel curato giardino d’ingresso della Chiesa di San Francesco a cui segue una tappa fugace all’interno dell’edificio. Per scoprirvi la Cappella degli Sforza, adornata con il “Miracolo della Verna” dei Marchesi: un angolo di Rinascimento che omaggia la famosa stirpe di Romagna.

Una volta usciti segue una passeggiata verso quello che è il vero simbolo della città: la Torre di Giovanni Acuto. Ci addentriamo, poi, nel grazioso centro storico e in via Cavour facciamo una sosta al panificio Ballanti Davide. Questa una bottega storica che come una volta produce gustose pizze con i ciccioli, tipici dolci Sabadoni e squisitezze di ogni genere. Per di più sempre preparate secondo la tradizione locale. Un’occasione per consumare uno spuntino di metà mattinata o anche semplicemente per venire inebriati dai profumi del forno e proseguire con la giusta carica la giornata.

 

Proseguendo in Corso Sforza, si giunge ai piedi della torre che prende il nome dal celebre condottiero inglese Sir John Hawkwood, italianizzato in Giovanni Acuto. Il quale ebbe in dono il feudo di Cotignola da Papa Gregorio XI nel 1370.
Qui è poi possibile godersi i raggi del sole seduti su una panchina e riscoprire un angolo di pace ai piedi di un monumento distrutto dai tedeschi nel 1944 e ricostruito nel 1972. Al suo interno riposa la bronzea campana civica detta E’ Campanòn (XVII secolo), un tempo sentinella del borgo.

Dal Museo al Lago

Dopo pranzo, una tappa d’obbligo a Casa Varoli darà un tocco di colore alla nostra giornata a Cotignola. Situata a pochi passi dalla Torre, questo scrigno denso di storia è in grado di ricostruire, attraverso le immagini e le collezioni dell’ecclettico Luigi Varoli, la storia della città.

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Le grandi teste in cartapesta che ritraggono lineamenti caricaturali di caratteristici personaggi di Cotignola e le numerose sculture in terracotta, si ricollegano al percorso di muri dipinti che troviamo all’esterno. Sebbene, infatti, gran parte delle tracce di storia furono cancellate dalla guerra, queste urgono a rivivere alle pareti delle abitazioni della città, in un affascinante percorso di variopinti Murales da Casa Varoli fino al paesaggio campestre circostante.

 

Accompagnati dalle figure dei capostipiti Muzio Attendoli Sforza  e Lucia degli Attendoli, e da quella del capitano di ventura Alberico da Barbiano, giungiamo al Parco Pertini per addentrarci in una meravigliosa area naturalistica: il Lago dei Gelsi. Si tratta di un altro bellissimo esempio di ricostruzione, in questo caso di naturalizzazione, di un bacino artificiale formatosi a seguito della dismissione di una cava di estrazione di argilla. Trasformato in un’oasi naturale è oggi quindi uno strabiliante concentrato ricco di avifauna, piante e specie ittiche che altrove sarebbe difficile trovare.

 

Concludere la giornata a Cotignola seduti sul prato che circonda il lago, abbracciati dalla quiete delle acque pitturate dalla luce del tramonto e dai colori autunnali, è un’emozione unica. Saba, Sabadoni e Sugali: le tre dolci “S” di Cotignola!

Sembra una filastrocca, invece vi scioglierà la lingua di dolcezza! Il mosto, ovvero ciò che rimane dalla pigiatura del vino, viene cotto in paioli di rame assieme ai gusci di noce per produrre  uno sciroppo d’uva dai svariati usi in cucina: la Saba dell’Emilia-Romagna, a marchio IGP.

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Come definisce il nome stesso poi, con questa, vengono prodotti i Sabadoni, dei tortelloni dolci di origine contadina ripieni di ciò che era disponibile al momento, come fagioli bolliti e passati, castagne secche, polpa di zucca, mele cotogne, fichi, pinoli, miele, uva passita e pane grattugiato.

Infine i Sugali, a metà tra budini e marmellatine, dolci cremosi prodotti anch’essi con il mosto.

 

Tutto il profumo del Vino Tipico Romagnolo

Uno degli appuntamenti più attesi a Cotignola è sicuramente la Sagra del Vino Tipico Romagnolo, che quest’anno, giunta alla 55^ edizione, si svolgerà tra il 4 e il 7 ottobre nel centro storico cittadino: nell’aria il profumo del mosto assieme alla rievocazione delle tradizioni contadine faranno davvero rivivere un’atmosfera dal gusto antico.

Non mancheranno i carri romagnoli, la pigiatura dell’uva fatta dalle ragazze cotignolesi, musica e tanto divertimento. Una sagra da leccarsi i baffi con i prodotti tipici della stagione autunnale: Vino, Saba, Sabadoni, Sugali  e le famosissime paste ripiene fatte a mano. Insomma, un altro buon motivo per trascorrere una splendida giornata a Cotignola!

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