Forlì e il turismo dell’arte tornano protagonisti: da sabato 23 Settembre a domenica 7 Gennaio 2018 i Musei San Domenico ospiteranno, per il terzo anno consecutivo, una rassegna fotografica. Il padrone di casa è l’irriverente Elliott Erwitt. Un successo annunciato se consideriamo le mostre fotografiche degli anni passati. Queste dinamiche realtà fotografiche, che coinvolgono un vasto pubblico e soddisfano quasi tutti i palati, riscontrano pareri positivi sia dai giovanissimi che dagli amanti del genere e sono diventate un must per i Musei San Domenico, e uno dei punti forti del matrimonio fra Forlì e il turismo dell’arte.
Le mostre fotografiche hanno consacrato il loro successo con le 75 mila presenze nel 2015/2016 della mostra dello statunitense Steve Mccurry, diventato noto al grande pubblico grazie agli occhi penetranti della sua Monna Lisa Afghana. L’anno seguente il pubblico si è commosso con gli scatti in bianco e nero del brasiliano Sebastiao Salgado, il quale, con il suo progetto Genesi ha descritto la crescente pericolosità per l’equilibrio del globo causata dall’inquinamento e dalla deforestazione selvaggia, con il conseguente sconvolgimento degli habitat naturali, immortalando una realtà più antica della storia stessa che corre il serio rischio di scomparire per sempre nel giro di pochi anni.
Ora il connubio fra Forlì e il turismo dell’arte prosegue con una nuova grande mostra.
‘Personae‘ è la più grande retrospettiva dedicata al maestro statunitense nato a Parigi, e raccoglie, per la prima volta proprio a Forlì, circa 200 scatti, da quelli più conosciuti in bianco e nero a quelli inediti a colori che il fotografo stesso ha dichiarato di aver visto, per la prima volta, sulle pareti del San Domenico.
La mostra, a cura di Biba Giacchetti, si contraddistingue per la sua ironia ed essenza empatica della vita. Sono immagini che con gusto pratico ritraggono la variegata umanità in una moderna commedia dell’arte. Caratteri e tratti psicologici talmente vivi ed attivi che conducono il fruitore a divenire ‘punctum’ stesso delle sue irriverenti e goliardiche ‘pellicole’.
Una rassegna fotografica che coinvolge il cinema, la narrativa, le campagne pubblicitarie turistiche, la moda e le sagome antropomorfe di buffi cagnolini. Il tutto è giocato su un velato sarcasmo che non può far altro che farci sorridere ed incuriosire, proiettandoci in scene di vita che accomunano la quotidianità di qualsiasi persona. I protagonisti più in vista della rassegna sono numerose celebrità del mondo della politica e dello spettacolo ritratti da Erwitt nel corso degli anni: da Marilyn Monroe a Che Guevara, passando per Sophia Loren, John Kennedy e Arnold Schwarzenegger, solo per citarne alcuni.
Degna di nota è la sezione fotografica realizzata con lo pseudonimo (al tempo stesso suo suo alter ego) di André S. Solidor. A.S.S. (l’acronimo non è casuale se pensiamo alla lingua inglese). Scatti che ‘scimmiottano’ alcuni fotografi del travestimento. Una maschera pirandelliana che Erwitt dedica senza diplomazia al mondo dell’arte contemporanea. In questo modo dà vita ad un impudente personaggio fittizio, che ama tutto ciò che Erwitt detesta: il digitale e photoshop, la nudità gratuita e l’eccentricità fine a se stessa. Un personaggio attraverso il quale il fotografo si fa beffa di certi artisti, invitando il fruitore a una seria riflessione sul mercato dell’arte.
‘Personae’ è dedicata a tutti coloro che amano la vita senza prendersi mai troppo sul serio! La mostra, con il progetto di allestimento di Fabrizio Confalonieri, è promossa dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, con Civitas, Romagna Terra del Buon vivere e con il Comune, l’Assessorato e il Servizio Cultura e Musei di Forlì, ed è organizzata da Civita Mostre.
I Musei San Domenico di Forlì sorgono in un complesso ristrutturato più di dieci anni fa, sulle vestigia di un convento domenicano del XIII secolo. Al suo interno è ospitata la Pinacoteca Civica Comunale e dal 2005 è sede di importanti esposizioni temporanee che, generalmente, da febbraio a giugno richiamano molti visitatori da tutta Italia e non solo.
Un successo di pubblico che dal 2006 ad oggi è stato un continuo crescendo grazie ad alcune mostre quali: I Macchiaioli, Guido Cagnacci, Canova, Novecento, Liberty, Boldini, Piero Della Francesca, Art Déco (solo per citarne alcune). Una realtà museale sempre più efficace e di stampo nazionale che ha trovato il giusto connubio con le già citate mostre fotografiche, che solitamente occupano l’ultima parte dell’anno. Ad inaugurare invece l’anno nuovo sono, ormai da 11 anni, le grandi mostre organizzate dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì con l’ausilio del Comune di Forlì e degli Enti preposti.
Ma qual è il segreto del successo dei Musei San Domenico, che ha legato così efficacemente la cittadina di Forlì e il turismo dell’arte nazionale e internazionale?
Il San Domenico è un gioiello espositivo che gode di un “convento ritrovato”, una struttura strettamente legata al tessuto urbano della città, recentemente recuperata per divenire un nuovo luogo di diffusione della cultura, promosso grazie a diverse strategie per comunicare sul web (e non solo).
L’antico convento e la chiesa sono stati restaurati con l’impegno di istituzioni pubbliche e private ed è questo dialogo continuo e costante tra esse il punto di forza del suo successo. In società, oltre alle istituzioni pubbliche, esistono organizzazioni come la Fondazione Cassa dei Risparmi che si muovono in ambito privatistico, ma hanno gli stessi obiettivi del Comune. L’amministrazione comunale, insieme agli enti preposti, ha cercato di dividere i compiti senza mai avere la presunzione di surrogarsi o sostituirsi nei rispettivi incarichi. Il Comune ha obiettivi e compiti istituzionali come garantire e valorizzare i beni culturali, mentre la Fondazione realizza qualcosa alla quale l’amministrazione comunale non ha pensato o per la quale non ha le risorse. E’ la Fondazione con il suo comitato scientifico a creare le grandi mostre di inizio anno, ma è la direttrice del bellissimo spazio comunale che consente la realizzazione di tutto questo.
La loro potenza e competenza risiede nel rispetto dei ruoli che, in questi anni, ha consentito ai Musei San Domenico di divenire il punto di riferimento del turismo culturale della Romagna. Ad oggi quando si parla di cultura in terra di Romagna si pensa immediatamente alla città di Forlì, che ha (giustamente!) rubato la scena a Rimini.
Con l’idea di fare una mostra all’anno per valorizzare l’identità locale, Forlì e il turismo dell’arte sono divenuti un solido binomio e la città si è garantita il primato del buon turismo culturale.
A Rimini basterebbe, anziché volgere l’attenzione a Londra e a Strasburgo, guardare i ‘cugini del nord’ per capire cosa significhi turismo di stampo culturale.
Ai Musei San Domenico e al suo eccellente staff auguro un altro anno ricco di successi… E un arrivederci a presto.


