ll Museo Musicalia
Il più importante museo di musica meccanica in Italia, si trova in Romagna e sembra uscito da una fiaba. E in pochissimi lo conoscono.
Abbiamo parlato in altre occasioni del paradosso romagnolo: destinazioni bellissime (e abbordabili!) sommerse da una promozione turistica che sembra interessata a martellare solo su ombrelloni, bimbi gratis e menu turistici. Il nostro museo di musica meccanicaè un esempio paradigmatico – così vi proponiamo un gioco.
Noi vi racconteremo di Musicalia, accompagnati nel viaggio dal direttore Franco Severi, che è anche presidente dell’Associazione italiana di Musica Meccanica (AMMI).
Voi proverete a indovinare dove si trova; se lo sapete o se indovinate prima della fine del post, scrivete un commento!
IL MUSEO DI MUSICA MECCANICA: 7 STANZE PER 7 NOTE
Musicalia è un racconto modulato su sette emozioni, dove sette stanze rievocano le sette note del pentagramma e le sette arti liberali. La collezione ripercorre 500 anni di storia della musica meccanica, fra strumenti che si potevano ascoltare tanto nei vicoli come nelle nobili dimore, su note che permettevano ai nostri antenati di danzare, cantare, guadagnare qualche soldo in terra straniera, innamorarsi.
Si parte da un antenato della musica meccanica, fatto per scandire ritmi e cadenze in modo ‘geometrico’: è il Tamburo di guerra di Leonardo Da Vinci, ospitato in una tenda da guerra del ‘500. Lo strumento, ricostruito secondo i testi e i disegni dei Codici Leonardiani di Parigi e Venezia, serviva ad aiutare i soldati del Rinascimento a marciare con un ritmo simultaneo, fiduciosi dei propri mezzi e della propria forza anche nel fragore della battaglia.
Si procede con un elegante, ‘astronomico’ salotto di fine settecento e metà ottocento. Un microcosmo dove si accendono sinestesie uditive e visive, dove basta sedersi su una sedia per “suonare” un’opera pittorica e dove gli strumenti esposti stuzzicano curiosità e meraviglia: deliziose scatole per tabacco dotate di carillon, scimmiette che fumano e suonano il violino, gabbie con uccellini meccanici che cantano e si muovono.
La terza sala del museo di musica meccanica ci conduce verso gli strumenti che popolavano le strade di fine ottocento, suonando una musica ingegnosamente scritta sulla ‘grammatica’ di schede perforate. Spalloni, piani a cilindro e piani mandolini, talvolta l’unica ricchezza di mendicanti che li suonavano per vivere. Pare che solo a Napoli quest’attività venisse considerata un vero e proprio lavoro, poiché i suonatori di piani a cilindro proponevano le arie più popolari, suonando e cantando e vendendo i testi degli spartiti.
La quarta stanza ospita la precisa ‘aritmetica’ della Sala di Registrazione Sonora. Qui è riprodotta una delle prime sale da incisione e gli strumenti esposti sono testimoni del declino della musica meccanica: con l’avvento del disco e del grammofono la musica comincia ad entrare nelle case, e a sparire dalle strade.
Segue l’opulenta, ‘retorica’ sala della regina Margherita, che i Conti Pasolini-Zanelli, antichi padroni dell’edificio, fecero ristrutturare ed affrescare appositamente in previsione di una visita della regina Margherita di Savoia che poi non avvenne mai. Innumerevoli affreschi di margherite decorano sofficemente l’ambiente, omaggiando con l’icona floreale la presenza della regina. Troneggia al centro della sala il piano melodico Racca, realizzato con materiali prestigiosi e magnificamente rifinito. Ne ascoltarono il suono uomini illustri come Pascoli e Puccini.
Scendendo al piano di sotto ‘dialoghiamo’ con la hall di un Grand Hotel in stile Liberty e Art Dèco dalle trasparenze cristalline. Qui è esposto uno strumento costruito in Germania per l’allora Grand Hotel di Roma; progettato in un’epoca senza corrente elettrica, è azionato da un grosso contrappeso e si avvia introducendo una moneta.
Il nostro viaggio nel museo di musica meccanica ‘tra le righe del pentagramma’ si conclude con ‘la musica’ folkloristica dell’organo da fiera Gavioli: un teatro musicale palpitante e colorato, nato per fare festa e ballare nelle piazze. Si chiude così una favola sonora dove le note sono, al tempo stesso, ‘Re’ e Regina.
LA SOLUZIONE DELL'ENIGMA
Musicalia è proprio come un carillon, che suona solo per chi conosce il segreto del meccanismo.
Per chi non ha ancora indovinato, il museo di musica meccanica Musicalia è ospitato nella splendida Villa Silvia – Carducci, a Lizzano, appena fuori Cesena.
La villa, un tempo residenza estiva dei Conti Pasolini – Zanelli, è circondata da un grande parco affacciato sulle colline, dove cresce tuttora un giardino di rose ottocentesco; e la stanza che per tante estati ha ospitato il poeta Giosuè Carducci, rimasta intatta dal giorno della sua ultima permanenza nel 1906, è tuttora visitabile.
Certamente Villa Silvia e Musicalia rappresentano un’attrazione di nicchia, ma talmente particolare e ben curata che non manca di incantare anche visitatori occasionali. Per rendersene conto basta visitarla – o anche solo visitare la sua pagina TripAdvisor; le valutazioni sono altissime, con lodi alla particolarità della collezione, alle guide che la presentano, al contesto meraviglioso che la ospita; e quasi tutti i visitatori tradiscono sorpresa per non aver mai sentito parlare del museo prima della visita.
Per di più, il prezzo di ingresso è irrisorio (appena 4€) e la distanza dalle località turistiche della costa è davvero piccola: bastano mezz’ora di auto da Cervia e Cesenatico e una quarantina di minuti da Gatteo e Bellaria – Igea Marina. La villa e il suo magnifico parco ospitano talvolta eventi e concerti, ma possono fungere da scenario anche per cerimonie come matrimoni, le feste di laurea, meeting aziendali…Offrendo una cornice meravigliosa per giorni speciali.
Avevamo promesso una soluzione all’enigma; ma la vera domanda resta. Per quanto tempo Musicalia e le altre perle di Romagna rimarranno tesori sommersi..?


