Già dall’epoca romana, San Giovanni era un luogo di commercio e produttività agricola. Grazie alle opere di bonifica attuate dai benedettini cassinesi, ha poi cambiato il suo volto, portando il centro abitato al di là del torrente Ventena. Con la Signoria dei Malatesta, il paese venne dotato di una cinta muraria, sei torrioni e due torri portaie con ponte levatoio; progetto elaborato e portato a compimento da Filippo Brunelleschi. Tale impianto venne eseguito per conservare e difendere il grano custodito nelle numerose fosse ipogee del sottosuolo del borgo, elemento che valse a San Giovanni il celebre soprannome di ‘Granaio dei Malatesta’.
Nel 500, la contesa del luogo tra varie fazioni italiane, portò un forte impoverimento e una crisi profonda nel territorio che si riprese soltanto sotto il, seppur breve, controllo napoleonico.
Essendo situata lungo la linea gotica, San Giovanni ebbe ruolo imponente sia durante la Seconda guerra mondiale che nel periodo del dopoguerra, trovandosi a fronteggiare non poche difficoltà. Fu soltanto negli anni 50 che fiorì nuovamente grazie al turismo ed ebbe un grande sviluppo economico legato alla città di Cattolica, rinomata località balneare.
Resta tutt’oggi un luogo di produzioni, sia nel settore della moda che dell’industria ma il tempo gli ha donato importanza, soprattutto attraverso lo sviluppo di nuove fonti, quali eventi o ristoranti. Fiere, mercatini, la famosa Notte delle streghe e il recupero dei beni sia architettonici che culturali legati, in parte, al teatro e alla musica, hanno dato brio al leisure nel territorio, contribuendo così alla svolta positiva che rimane tutt’ora tra equilibrio e maggiore sviluppo.
Il nome è tratto da elementi caratterizzanti del paese: San Giovanni, come la chiesa di San Giovanni Battista in Castelvecchio, ovvero la prima chiesa emblema del borgo e Marignano, dal tardo-romano ‘fundus rusticus mariniani’, letteralmente antico fondo agrario.
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