
Scopriamo insieme come cambia la tassa di soggiorno su Booking
Lavorare nel web marketing significa anche questo, essere sempre aggiornati sulle novità online. La news questa volta riguarda Booking. Niente panico, non ha a che fare con le recensioni e non c’è bisogno di fare corsi di aggiornamento per capirlo! Ci siamo noi a spiegarti come è cambiata la tassa di soggiorno su Booking.
Non facciamo solo siti web e Seo per hotel ma siamo pronti ad aiutarti a costruire la tua brand identity efficace e questo comprende anche gli OTA. Quindi, cos’è successo a Booking?
Fondata nel 1996 ad Amsterdam, Booking.com è nata come una piccola start up olandese. Celebre aggregatore di hotel, conta oggi più di 28.379.263 unità totali inserite. Sul suo sito vengono prenotati ogni giorno più di 1.550.000 soggiorni. Ormai un brand, è importante capirne il funzionamento non solo per migliorare la web reputation, come su Tripadvisor. Non c’è bisogno infatti di essere esperti di web marketing per hotel perché Booking si rivolge questa volta direttamente agli albergatori.
Dal primo gennaio di quest’anno, Booking ha inserito una modifica sostanziale nel sistema di vendita. La tassa di soggiorno su Booking verrà infatti conteggiata in modo diverso rispetto a prima. Vediamo cosa cambia.

Come funzionava prima?
Fino alla fine dello scorso anno, nella fase di ricerca che precede la prenotazione di un hotel online, gli ospiti si trovavano di fronte a dei costi netti. Il prezzo dell’hotel veniva infatti visualizzato al netto di spese extra. La tassa di soggiorno su Booking quindi, veniva conteggiata e aggiunta solo in un secondo momento.
Dopo aver scelto l’hotel, non era inusuale ritrovarsi nella fase di acquisto con costi aggiuntivi. Pulizie, tasse varie e di soggiorno apparivano così solo poco prima dell’ultima fase di pagamento.
Cosa cambia adesso?
Le modifiche prevedono che tutti i costi extra e le tasse siano accorpati già nella prima fase di ricerca. Le varie voci del costo totale saranno poi visibili nel dettaglio durante la fase di acquisto vera e propria. Un notevole passo in avanti per quanto riguarda la trasparenza.

Come spesso succede con le novità, la cosa ha creato molta confusione. Come quando si è incominciato a comunicare sul web e molti erano scettici. Diversi albergatori e molte associazioni hanno avanzato il timore che la tassa di soggiorno venisse commissionata.
Timore del tutto infondato. La tassa di soggiorno su Booking non verrà infatti commissionata.
L’unico motivo di confusione deriva dal fatto che Booking non applica le esenzioni per i bambini o i soggiorni lunghi in base alle località di prenotazione. La responsabilità degli sconti passa dunque all’albergatore. Sarà lui a dover calcolare il particolare sconto sulla tassa di soggiorno, come quello per i minori di 14 anni e per soggiorni superiori a 7 giorni.
Gli ospiti dovranno inoltre corrispondere l’importo a parte e in contanti, da pagare direttamente in hotel.

Insomma, Booking avrà anche penalizzato la classica prenotazione diretta sui siti web, ma cerca di semplificare le cose per i suoi utenti. Le semplificherà anche per gli albergatori?
Molti pensano infatti alla possibilità che Booking in futuro terrà in considerazione le diverse modalità di conteggio degli sconti.
Seguiamone gli sviluppi e attendiamo con fiducia.