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Una giornata a Predappio: presepi di Natale

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terra di tradizioni

Natale in grotta

Da un punto di vista geologico le origini del piccolo borgo romagnolo risalgono al periodo compreso fra Miocene e Pliocene. Storicamente la sua nascita sembra derivi da un insediamento di epoca romana. La famiglia degli Appi, posta dall’imperatore romano Augusto a comando della sesta provincia in cui era stata divisa l’Italia. Creò qui il Presidium Domini Appi dalla cui abbreviazione deriva proprio il nome Predappio.

Dalla nascita alla sua fase medioevale l’evoluzione del paese non ha trovato particolare espansione e crescita, mantenendosi un paese di medie dimensioni, cresciuto attorno al castello, roccaforte principale a difesa del territorio.

Siamo negli anni ’20 quando Benito Mussolini, nato lungo la valle nella piccola frazione di Dovia a soli 2km da Predappio, decide di creare un nuovo centro abitato. Aiutato anche dal fatto che tra il ’23 e il ’24 una frana aveva lasciato numerosi abitanti privi di abitazione.

Il nuovo insediamento rinominato Predappio “Nuova” si prestava a essere così più sicuro rispetto al precedente divenendo nel tempo il vero cuore dell’abitato moderno. Oggi denominato Predappio Alta, con l’antico borgo e il suo castello.

A ritroso, nel cuore della storia di Predappio

Gli elementi di attrattiva del territorio possono essere divisi in due gruppi sulla base del periodo storico di provenienza. Ovvero quelli legati al Medioevo e quelli invece nati durante il Ventennio fascista.

Al primo gruppo sono legati i numerosi castelli e rocche della zona, sorti nel tempo vista la natura collinare del territorio. Consentiva una buona posizione strategica nell’eventualità di attacchi nemici. Partendo dal Castello di Predappio Alta, centrale per centinaia di anni nella storia della città e cuore del borgo antico. Posizionato sulla roccia “Pudinga”, possiamo incontrare l’antico lavatoio e una serie di caratteristiche stradine dal sapore antico.

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Il secondo elemento storico fondamentale è offerto dai monumenti di origine fascista. Appena giunti a Predappio il primo edificio che si presenta imponente è la Casa del Fascio e dell’ospitalità. 

Costruita con mattoni e travertino romano, presenta un’alta e massiccia torre littoria munita di campana che rievoca le antiche torri medioevali. Lo stesso stile architettonico lo possiamo ritrovare in altri edifici storici come l’Edificio Postelegrafonico, la Casa dei Sanitari, la Caserma dei Carabinieri, il Mercato dei viveri e Palazzo Varano, posto quest’ultimo in posizione sopraelevata e dominante rispetto al paese e circondato da un bel parco.

Altra meta turistica è la casa natale di Benito Mussolini. Ubicata in via Varano Costa. Attualmente l’edificio in mattoni, ristrutturato e riaperto al pubblico, viene utilizzato come sede espositiva per mostre di interesse storico-artistico.

Dalla vita alla morte, anche la tomba di Mussolini rappresenta una delle tappe turistiche maggiormente visitate di Predappio.

Cosa fare a Predappio

In inverno le dolci colline si prestano bene per essere esplorate coperte dal soffice manto nevoso, così come le zone boscose. Per poi terminare il trekking in enoteca e gustare il vino di Romagna.

In primavera tante sono le sagre e gli eventi di carattere enogastronomico che attirano visitatori da tutto il territorio che vogliono trascorrere una giornata a Predappio. Se siete amanti dell’aria aperta e vi piace andare in bici, i sali e scendi della zona, fino a Castrocaro attraverso le Volture, sono quello che fa per voi! Ecco un percorso interessante.

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In estate, se il caldo si fa insopportabile, l’ideale è una corsa al fiume Rabbi. Per cercare un po’ di ristoro con i piedi a filo dell’acqua fresca, leggendo un bel libro. Inoltre si può pescare e godersi gli odori e i suoni della campagna romagnola. In alternativa è possibile godere di un gradevole refrigerio passeggiando sulle colline che raggiungono l’altitudine di 130 s.l.m. in località Monte Mirabello, ammirando così una vista incantevole.

In autunno, oltre ai tanti eventi legati al mondo vinicolo, un’idea interessante potrebbe essere quella di esplorare la zona a cavallo. Si potrebbe fare seguendo percorsi boscosi magari alla ricerca di funghi e tartufi.

La piadina

‘’oh bèla fiola, zira la pida, st’atenti che l’an’s brousa, la pida rumagnola..’’ così esordiva Raoul Casadei in una celebre canzone dedicata alla regina di Romagna. La piadina romagnola, o anche piada, è un prodotto alimentare composto da una sfoglia di farina di grano, strutto o olio di oliva, bicarbonato o lievito, sale e acqua. Viene tradizionalmente cotta su un piatto di terracotta, detto teglia (teggia in romagnolo), ma oggi più comunemente viene cotta su piastre di metallo oppure su lastre di pietra refrattaria chiamate testi (tëst in dialetto).

È, per dirla con Giovanni Pascoli, «il pane, anzi il cibo nazionale dei Romagnoli»: in realtà, lo era innanzitutto per i più poveri.

Nella Romagna interna si prepara leggermente più spessa, mentre sulla costa, ad esempio nel riminese, è tirata più sottile. Qui a Predappio la piadina è abbastanza alta e soffice.

Il presepe nelle grotte della Solfatara

Dall’8 dicembre a domenica 28 gennaio torna a Predappio Alta l’incanto del “Presepe Artistico nelle Grotte della Solfatara”.

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Incantevoli scene bibliche, meravigliose statue meccaniche, musiche, luci e scenografie spettacolari renderanno più divertente una giornata a Predappio. Tema dell’edizione 2017-2018 è “La storia della vita di San Giuseppe”.

Ritorna così l’incanto e la magia del presepe meccanico allestito nelle grotte ex cave di zolfo del borgo romagnolo. Un presepe tra i più affascinanti e originali d’Italia per la ricchezza di statue meccaniche di cui è composto e per la bellezza dell’ambiente naturale che lo accoglie. La ex miniera fu attiva fino agli anni 50 per l’estrazione dello zolfo.

Dopo decenni di abbandono, dal 1982 la Pro Loco di Predappio Alta con il Patrocinio del Comune di Predappio vi allestisce ogni anno un originale Presepe. Proprio in virtù della bellezza naturale dell’ambiente che lo accoglie tanta fama ha portato al piccolo borgo medievale della Vallata del Rabbi. Infatti migliaia sono i visitatori che ogni anno giungono da tutta la Romagna, ma anche da fuori regione, per visitarlo. Al Presepe si accede dall’ampio parcheggio (gratuito) per una amena scalinata tra aceri, abeti e robinie come un vero e proprio pellegrinaggio.

L’itinerario della Sacra Natività si dipana lungo 250 metri di cunicoli sotterranei nell’ex miniera di zolfo. Statue alte circa un metro tutte realizzate a mano e meccanizzate per farle muovere in 15 scene bibliche incastonate in altrettante grotte.

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Magia di luci, scenografie stupende, musiche celestiali e sciabordio d’acqua corrente (un autentico ruscello sotterraneo penetra e scorre nelle grotte formando un laghetto naturale che sfocia poi all’esterno, sotterraneamente, in una fonte di acqua sulfurea nei pressi del parcheggio) accompagnano i visitatori lungo un percorso incantevole, tra visioni di villaggi con case, abitanti e animali domestici; botteghe di artigiani assorti nei vari mestieri; paesaggi vari, tra montagne, valli e prati animati dalla presenza di greggi e pastori; un laghetto nelle cui acque si specchiano case e figure di pescatori; ambienti e figure bibliche da sogno.

Il tema del Presepe di quest’anno è “La Storia della Vita di San Giuseppe”, San Giuseppe come uomo di Dio, come padre di famiglia, come lavoratore nella bottega di Nazareth e come sposo di Maria. Si vedrà soprattutto la storia della vita di San Giuseppe, la sua figura, la sua devozione e il suo timore al cospetto di Dio.

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