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Una giornata a San Giovanni in Marignano

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La domanda ci sorge spontanea: questo piccolo paesino che cosa ci può raccontare?

Vi assicuro, che di primo acchito non avremmo mai pensato a nulla di simile.

San Giovanni ha visto e vissuto in modo attivo diverse epoche e ne porta i segni tuttora.

La nostra amica Barbara ci fa da guida.

 

Ci racconta, inizialmente, di come San Giovanni fosse una piccola città protetta da alte mura, una difesa dal punto di vista militare ma anche una protezione per le ben 200 fosse granarie. Queste ultime furono dapprima protagoniste degli scambi commerciali e successivamente patrimonio privato delle diverse famiglie della città. Con il tempo però, le fosse granarie vennero sigillate per questioni igieniche.

Le cinta murarie vennero poi abbattute e con i resti venne costruito (si dice da un’ idea del Botticelli) il caratteristico ponte. Rimane possente la porta principale ed i merli che, nonostante le costruzioni successive, restano ancora nettamente visibili.

Dopo aver apprezzato tutte queste piccole caratteristiche nascoste, la guida ci accompagna al teatro Massari.

Testimone imponente di un’epoca meravigliosa, l’ottocento dell’arte come unico divertimento per la popolazione, il teatro Massari è un simbolo storico della cittadina di San Giovanni. Unico svago di una comunità che con la fine dell’era malatestiana subisce l’occupazione dello Stato Pontificio e si trova a fronteggiare un periodo particolarmente aspro. Ed proprio per questo che, soprattutto nei mesi del Carnevale, diveniva un vero tesoro. 

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Abbattuto successivamente dalle bombe del Primo conflitto mondiale venne poi ricostruito in seguito a regola d’arte e donato nuovamente ai marignanesi. Anche qui, la nostra guida, riesce a coinvolgerci e a tenerci con il fiato sospeso con storie e racconti avvincenti.

A pancia piena, però, si ragiona meglio ed è per questo che facciamo volentieri un salto dai nostri amici dello SpaccioDivino per il pranzo! [link di rimando articolo]

Il tour continua attraverso la visita a Palazzo Corbucci, residenza signorile che cela al suo interno un intero mondo da scoprire. Attraversando gli ambienti dell’affascinante palazzo si ha la sensazione, infatti, di attraversare il tempo e sfiorare tutto il mistero e la magia delle epoche passate.

Attualmente i piani nobili del palazzo risultano inagibili, mentre al piano terra è stata allestita, a cura dalla Pro loco, una mostra inerente agli oggetti di uso quotidiano fra ‘800 e ‘900 denominata Come Eravamo, Cum a Simie. La parte sotterranea, invece, è interamente dedicata a cavalli, stalle e calessi.

La sala del fabbro, la sala del falegname, l’aula scolastica, le stanze della servitù, la sala di cucito, la cucina,  la sala degli attrezzi da lavoro o per uso  domestico… ciascuna con minuzie e dettagli autentici conservati alla perfezione.

È stato come entrare nella casa delle bambole o, più semplicemente, dentro un film.

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La visita richiede un po’ di tempo ma ci lascia ugualmente lo spazio per fare un salto alla Chiesa di Santa Lucia. Interamente ricostruita nel 1786, grazie all’eredità del benefattore Giulio Antonio Silvagni, la chiesa di Santa Lucia prende il nome dalla famosa fiera del paese che, un tempo, si svolgeva di lì a pochi passi. La struttura non ha un’impronta fortemente sacra, rimanda piuttosto ad un contesto allegorico, ad un luogo di raccolta per i cittadini. Nel tempo sono poi stati inseriti al suo interno dipinti, opere ed oggetti appartenenti alla rel Oggi la Santa Messa viene svolta solamente il giorno di Santa Lucia ma la chiesa rimane comunque aperta ai visitatori quotidianamente.

Una piccola curiosità: Barbara ci fa notare che la chiesa è stata costruita di modo che dal paese si possa vedere interamente attraverso l’arco della porta della città.

Un gioco ottico mozzafiato e interessante!igione cattolica.

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