Non solo mosaici:
una visita alternativa a Ravenna riserva sorprese…stellari.
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Dall’1 giugno del 1985, nel verde dei giardini pubblici di Ravenna si erge il Planetario: l’edificio che ospita lo strumento ottico utilizzato per riprodurre in maniera estremamente realistica la volta celeste.
Si tratta di un Planetario civico, nato dal desiderio di creare poli d’attrazione che si discostassero dalle attrattive “classiche” della città, realizzando un percorso di visita alternativa a Ravenna che potesse coinvolgere sia le scuole che i turisti. Il tutto ricollegandosi al patrimonio artistico di Ravenna e ai suoi cieli artificiali.
Una interessante chiacchierata con Marco Garoni, appassionato di astronomia e insegnante presso il Planetario, ci ha portati alla scoperta del cielo di Ravenna attraverso un percorso storico-astronomico.

A passeggio tra i cieli di Ravenna
Nei mosaici ravennati è costante la presenza del cielo. Il nostro cammino con il naso all’insù ha inizio nel Mausoleo di Galla Placidia, la cui volta può essere considerata un Planetario rudimentale, uno strumento costruito dall’uomo per catturare il cielo e averlo sempre a portata di mano.
In questo mosaico risalente al V secolo le stelle dorate sono disposte in cerchi che si allargano verso l’esterno, quasi a voler significare la profondità del cielo.
Nella raffigurazione della Adorazione dei Magi in Sant’Apollinare Nuovo, il famoso fenomeno della cometa richiama l’uomo a una interpretazione scientifica dei fatti osservati. Probabilmente l’ignoto autore ha voluto sottolineare l’atteggiamento da tenere nei confronti del cielo, vale a dire di attenta osservazione scientifica al di fuori di chiavi di lettura superstiziose o mistificatorie.
Il nostro percorso astronomico continua con alcune figure significative nella città di Ravenna: la presenza di Dante si collega intimamente con il discorso astronomico. L’astronomia, infatti, costituisce l’impalcatura della Divina Commedia e tutto il viaggio dantesco attraverso i tre regni dall’oltretomba è scandito da eventi astronomici.
La nostra visita alternativa a Ravenna guidati dagli astri ci porta poi nella Sala delle Scienze della Biblioteca Classense, per osservare i globi celesti di Vincenzo Coronelli (1650-1718) cartografo ed enciclopedista veneziano che visse a Ravenna, famoso in tutto il mondo per le sue costruzioni.
Il cielo visto a occhio nudo: dalle Meridiane al cielo vero
Dai mosaici il nostro percorso prosegue alla ricerca delle Meridiane: strumenti fondamentali per la scoperta del moto del sole e per la scansione del tempo, i nostri orologi nella storia; ne troviamo una incisa proprio su una delle colonne di Piazza del Popolo.
Per scoprire il cielo a occhio nudo, però, il suggerimento di Marco è di ripartiare dalla natura dell’entroterra romagnolo.
Magari in Campigna, dove anche gli alberi toccano il cielo, o sulle colline forlivesi, dove lo scarso inquinamento luminoso permette di osservare un cielo stupendo e luccicante. Tutti luoghi frequentati anche dagli astrofili per le escursioni con i loro telescopi.
Ma per ora la nostra visita alternativa a Ravenna ci riporta al Planetario, all’esterno del quale troviamo una delle Meridiane più grandi d’Italia; e finalmente entriamo a osservare quel cielo puro che solo i nostri antenati hanno avuto il piacere di contemplare.



Alla scoperta del Planetario: magie del cielo sotto la cupola
Eccoci finalmente seduti sulle sedie girevoli all’interno della cupola. Le luci sono ancora accese e non sappiamo cosa ci aspetterà.
Dopo una spiegazione tecnica di cosa sia il Planetario e di come funzioni le luci si spengono ed entriamo finalmente dentro il cielo; sì, proprio dentro, perché la sensazione che dà la cupola è quella di essere immersi nell’universo.
E così, con lo sguardo rivolto verso l’alto ecco la meraviglia, lo stupore delle persone sedute che si ritrovano immerse in un cielo stellato. Adulti e bambini vengono coinvolti in un unico stupore: li si distingue solo dal timbro della voce. Il Planetario proietta un’immagine del firmamento così come apparirebbe in condizioni di perfetta visibilità.
Un fascino legato alla bellezza ma anche un po’ alla lontananza della natura di questo nostro cielo; un incanto che stimola la curiosità, perché una cosa tanto lontana stuzzica quel genere di interesse che cerca la comprensione; ecco perché il Planetario ha un suo importante percorso formativo.
l Planetario come strumento interattivo
L’attività didattica per le scuole è l’aspetto più importante del Planetario. Il cielo stellato è infatti uno strumento indispensabile per conoscere le nostre origini, la nostra storia e per capire meglio la natura che ci circonda. Grazie alla sua interdisciplinarità, l’astronomia consente di spaziare dalla letteratura alla storia, dalla fisica alla geografia, dalla mitologia alla poesia.
Molte sono le proposte offerte per soddisfare le diverse esigenze di ogni istituto. Una visita al Planetario è un’occasione importante per completare e approfondire la conoscenza dell’astronomia, del cielo e del mondo scientifico. Ma è anche un’esperienza profondamente emozionale consigliata a tutti, anche solo per avere l’occasione di tornare indietro nel tempo e poter godere di un cielo come lo si osservava nella notte dei tempi.

Associazione Astrofili di Ravenna
L’A.R.A.R., Associazione Ravennate Astrofili Rheyta (dedicata al frate cappuccino boemo Rheyta che nel Seicento si dedicò a studi astronomici e di ottica e che morì, esule, a Ravenna), è una associazione di appassionati di astronomia tra le più longeve in Italia. L’Associazione si occupa di ricerca, di divulgazione e di promozione scientifica, e collabora, sin dal 1985, alla gestione e organizzazione delle attività del Planetario di Ravenna.
Il Planetario, coi suoi moderni meccanismi, si inserisce armonicamente nel tessuto storico e culturale della città di Ravenna in quanto può essere considerato l’ultimo anello di un discorso astronomico iniziato qui molti secoli fa.
Più che una visita alternativa a Ravenna, un viaggio interstellare che attraverso il tempo coinvolge la città in una lunga corrispondenza con il cielo.


